Iconografia degli evangelisti e analogia con la simbologia astrologica. Riferimenti nel territorio abruzzese.
A cura di: Antonio Leone
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Capitolo 5 (VI parte)

Presenze figurative degli Evangelisti nell'arte abruzzese

Tornando agli aspetti stilistici, è da sottolineare come le opere di questi scultori, riconosciuti di origine normanna, vantano uno stile pressochè unico, accreditato anche all'impiego originale di stilemi arabeggianti (41), evidenti nelle ornamentazioni simulanti caratteri cufici e nell'adozione degli archetti a ferro di cavallo.

A tal proposito è accertata la mediazione, ancora da precisare nei percorsi, delle istanze figurative comuni ai territori pugliesi e siciliani, nonchè dei riferimenti figurativi della Spagna e Africa settentrionale, individuati nell'affinità degli archi intrecciati a "sesto oltrepassato" su colonnine doppie.

La comparsa di tali caratteri islamizzanti è stata recentemente collocata posteriormente alla realizzazione di altri lavori decorativi e corredi liturgici realizzati nella Marsica, quali i rilievi sulle porte lignee di S.Maria in Cellis (1132) a Carsoli (AQ) e di S.Pietro ad Alba Fucens (AQ) (conservate presso il Museo Nazionale de L'Aquila), caratterizzati da un impronta iconografica omogenea, sebbene frutto di diverse maestranze. (42)

In queste opere, testimonianze rare nel panorama nazionale, viene evidenziata la diretta discendenza tipologica e iconografica dell'abbazia madre di Montecassino, sull'eco delle porte bizantine importate nel XI secolo (43), nonchè la compresenza di inflessioni islamizzanti di alcune tipologie decorative (44), che conferiscono ad esse una connotazione originale nell'adozione dei dettami iconografici cassinesi dell'epoca "desideriana".

Nelle ante di S.Pietro sono presenti le immagini degli evangelisti, situate nei primi quattro riquadri in alto, dei ventotto che costituiscono la partitura della decorazione.

La loro posizione vede l'angelo ed il leone nell'anta destra, l'aquila ed il toro in quella sinistra.

Anche in questo caso torna l'abbinamento delle cosiddette "coppie opposte". In una disposizione simmetrica tuttavia ci si aspetterebbe riconfermata quella "preferenza", più volte riscontrata in altri contesti figurativi, accordata ai simboli degli apostoli, che in tal caso occuperebbero i riquadri interni delle ante, in quanto primi ad aprirsi verso l'entrata al "tempio".

L'aquila di Giovanni rispetto tale aspettativa, mentre il posto dell'angelo dell'apostolo Matteo, situato nel riquadro più esterno, è preso dal leone di Marco, non si scorge quindi nessun apparente criterio distributivo dei riquadri con gli evangelisti.


41 F. BOLOGNA, S.Clemente al Vomano.Il ciborio di Ruggero e Roberto, da Doc. dell'Abruzzo teramano, II, 1, Ed. CariPT, Teramo

42 Si può aggiungere l'iconstasi di S.Maria in Valle Porclaneta, a Rosciolo, che costituendo una rarità assieme alle altre quattro presenti in Italia tra cui quella presente nella basilica di S.Marco a Venezia, costituisce con quest'ultima l'unica "filiazione finora conosciute di due arredi liturgici della chiesa desideriana (Montecassino, ndr)" (cit. M. ANDALORO, Studi sull'arte medioevale in Abruzzo, da Dispense Università G. D'Annunzio, A.A. 1988-89)

43 M. ANDALORO, Le porte lignee medievali in Abruzzo e nel Lazio, in Le porte di bronzo dall'antichità al sec. XIII, Roma, 1990, pp. 325-340. Le chiese interessate, compresa la S.Maria in Valle Porclaneta a Rosciolo, risultano possedimenti diretti di Montecassino e da tale filiazione risultano più chiare le funzioni di immagine e "documento monumentale di possesso" alle quali sono delegate le suddette opere.

44 Op. cit. v. nota 41. In particolare viene evidenziata la similitudine dell'arcatella con "rosetta" contenuta nella lunetta, presente nelle ante di S.Maria in Cellis, con l'angolo motivo degli arredi realizzati dai maestri Ruggero, Roberto e Nicodemo.


Theorèin - Ottobre 2005